Prendo spunto dal recente caso di una paziente che riferendo disturbi digestivi nell'ultimo periodo, ha…
Sono di gran moda in questi anni i vari tests per le intolleranze alimentari, dai più noti e validati in ambito medico come quelli per la CELIACHIA o l’intolleranza al LATTOSIO, fino ai meno conosciuti (e non validati) quali l’analisi del capello o il pulsa test.
Innanzitutto i RISULTATI dei tests NON RICONOSCIUTI dalla comunità medica possono variare moltissimo rispetto alla struttura che li esegue e questo già di per se’ indica il forte LIMITE di tali esami ed il dubbio che possano essere realmente EFFICACI.
Anche alcune TEORIE che sono alla base delle INTOLLERANZE alimentari però sono piuttosto OPINABILI: non vi è nessun dato o prova certa che si diventi progressivamente intolleranti a sostanze consumate spesso come latte, carni, uova, caffè, lieviti, ecc. (anche se sarebbe buon uso variare la dieta) e che le stesse siano responsabili dei problemi classici attribuiti alle intolleranze, ovvero GONFIORI ADDOMINALI, DISTURBI INTESTINALI, PROBLEMI DIGESTIVI E NAUSEE, DOLORI MUSCOLARI E SPOSSATEZZA (per citare i più conosciuti).Ovviamente poi, se si ABUSA di qualsiasi sostanza essa produce EFFETTI COLLATERALI….
Ma non dipenderà forse più da NOI, e dalle variabili che alterano o meno la nostra OMEOSTASI, il nostro EQUILIBRIO generale?
Non ci sono periodi in cui digeriamo anche ‘le pietre’ ed altri, magari di stress o tensione, che ci rimane sullo stomaco anche un filetto di platessa?
Altri nei quali l’intestino funziona come un orologio indipendentemente da ciò che mangiamo ed altri di stipsi anche se consumiamo un’insalata a pasto?
La MIA OPINIONE è che spesso il nostro equilibrio PSICO-FISICO è minato con conseguenze negative, anche inconsce, sulle funzioni gastro-intestinali e sistemiche.
DUBITO che ognuno diventi progressivamente “intollerante” ad alimenti che ha consumato senza problemi fino al giorno prima.